Il test di Dpreview ci serve davvero?

a cura di Ugo Baldassarre

Negli ultimi giorni, in seguito alla pubblicazione dei risultati relativi ai files della nuovissima OM1 di OM System, si è fatto un gran parlare a riguardo dei test effettuati dal sito americano Dpreview . Da sempre, infatti, il portale è preso a riferimento  soprattutto per quel che riguarda i confronti sulla qualità di immagine tra vari apparecchi fotografici, con l’illusione che il sistema valutativo uniformato che viene utilizzato sia corretto e imparziale, cosa che a mio avviso proprio così non è.

In questo articolo andrò a spiegare – e le considerazioni che farò sono valide per qualsiasi formato e prodotto fotografico (non solo certo per il Micro4/3 che tuttavia è il più penalizzato) – perchè sono comparazioni poco utili dal punto di visto di un uso reale di un apparecchio fotografico.

Innanzi tutto la presunta imparzialità del test viene minata alla base da diversi fattori non trascurabili: il software per l’apertura dei file è un software di terze parti (Adobe) e non quello proprietario del produttore (e si crea subito un primo “punto interrogativo” sulla adeguata precisione di interpretazione del file grezzo); nel confronto dei file nel formato Jpeg, per (loro) coerenza vengono utilizzati file Jpeg estrapolati dal RAW (sempre tramite software Adobe): non vengono usati quindi i file Jpeg prodotti internamente dalla fotocamera o dal software proprietario (scenario he sarebbe stato molto più realistico per comprendere le capacità dello strumento fotografico).

La scelta di Dpreview, da un lato è comprensibile perchè  permette di avere parametri allineati per tutti i prodotti in esame passati/presenti/futuri, da un altro è fortemente penalizzante per tutti quesi costruttori che hanno introdotto soluzioni innovative e algoritmi di elaborazione dell’immagine sempre più efficienti direttamente in camera: personalmente sarei più interessato a comprendere che risultato finito possa darmi un prodotto e non quale invece sia il risultato dopo tanti passaggi esterni e inoltre subordinato a altre variabili (vedi sopra).
Per come stanno le cose anche la valutazione effettuata sul file Jpeg è strettamente dipendente dal software usato: dal test possiamo quindi al massimo trarre conclusioni sulla bontà del software Adobe di creare Jpeg da un determinato RAW, non molto di più.

A rendere ancora meno concreta la comparazione ci sono altri fattori che concorrono a rendere il test ancor meno “scientifico”.
Le varie macchine fotografiche vengono testate con lenti differenti: si tratta sempre di lenti di alta gamma, ma comunque differenti: per confrontare tra loro sensori e prodotti differenti sarebbe stato forse più equo (sebbene penalizzante sotto altri fattori) utilizzare una lente unica e adattata per tutti i corpi macchina in modo da azzerare eventuali vantaggi o svantaggi. Anche questa via, tuttavia è praticamente impercorribile perchè i test dovrebbero tenere conto della distanza introdotta dalle focali equivalenti alterando nuovamente il risultato.
La prova della nuova OM System OM1 (e anche quella della OMD E-M1 III ) è stata effettuata con un Nocticron Panasonic Leica f/1,2 e non, ad esempio, con lo M.Zuiko 45 Pro (ottica nativa ed ottimizzata): inoltre nei dati di test della EM1 III viene dichiarato lo scatto ritardato per minimizzare il micro-mosso; sulla OM1 non è dichiarato, e questo si ripete anche su altri prodotti. Non trovo, insomma, che si sia una coerenza nelle condizioni iniziali di test tale da rendere il test “scientifico”.

A quanto già esposto c’è anche da considerare la scelta di uniformare i diaframma di scatto per tutti i prodotti e i sensori: sebbene logica per unificare il parametro dei test è anche essa criticabile.

Ha infatti senso ed è corretta se si prendono in esame sensori dello stesso formato ma diventa penalizzante quando si mettono a confronto formati diversi tra loro.

Nel test di Dpreview questa scelta non sembra avere conseguenze pratiche poiché le prove vengono eseguite fotografando una stampa piana (e già qui si potrebbe aprire un dibattito su come un utente possa valutare la qualità e il valore di una macchina fotografando un foglio.) che, essendo completamente bidimensionale, azzera completamente il fattore PDC (profondità di campo); in una situazione reale e quindi tridimensionale (uno scenario, un ritratto, uno still life…), per uniformare il risultato finale bisognerebbe eseguire gli scatti di test a parità di PDC e non di valore f/stop (diaframma): questa modifica modificherebbe completamente i valori di esposizione dando un vantaggio notevole ai sistemi di formato minore che possono lavorare a ISO più bassi a parità di situazione. E questo è quello che accade nell’uso reale.

Seguendo questo ragionamento i test effettuati ad esempio f/5.6 6400 ISO per una macchina Full Frame andrebbero eseguiti a f/4 3200 ISO su un formato APS-c e a f/2,8 1600 ISO sul formato Micro4/3.
Se riportiamo queste correzioni nelle comparazioni, i risultati sono davvero molto interessanti, come si può vedere dalla foto qui riportata.

Comparazione eseguita equiparando i valori di esposizione tenendo conto delle dimensioni del sensore e vantaggio del fattore di crop sulla PDC

Ma in conclusione, il test di Dpreview è del tutto inutile? No. Non lo è. In qualche maniera da sicuramente una idea delle differenze tra prodotti similari (meglio ancora se dello stesso formato e brand) ma fallisce quando si iniziano a incrociare i risultati con altri prodotti: mancando una inattaccabile oggettività di base perde, a mio avviso di concretezza.

In conclusione il test comparativo di preview che nasce per poter essere il più oggettivo possibile fallisce proprio li dove dovrebbe essere il maggior interesse dell’utilizzatore: capire in che modo, all’atto pratico, possa avere un vantaggio o meno da un determinato prodotto.

a questo link potete trovare il citato test comparativo.

[le opinioni espresse in questo articolo sono da intendersi come riflessioni personali dell’autore e non riflettono in alcun modo le posizioni delle aziende citate]

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Commenti all'articolo

2 commenti su “Il test di Dpreview ci serve davvero?”

  1. Credo che formati diversi abbiano caratteristiche diverse, ci sta con le leggi della fisica, le dimensioni conteranno certamente, ma ho la sensazione che siamo preoccupati solo dei Crop agli altri ISO, la tecnologia migliorerà e ci darà chissà, ma io che arrivo dalla pellicola BW, non mi preoccupo minimamente per un po’ di granella, che anzi per i miei gusti aggiunge quel plus di (mio) nostalgico.
    E poi fa foto si guarda nella sua interezza non con il bilancino. Siamo cosi abituati ad usare il cellulare. Tecnicamente il M4/3 ha i suoi limiti (anche dimensioni e di peso) è per me è il plus ultra che mi ha fatto cambiare sistema dopo 10 anni di per me inutili ingombri. I test vanno bene ma sono test, non ho mai lanciato la mai l’auto in strada per testare: velocità accelerazione, e non mi preoccupo delle altre più veloci, io mi godo il viaggio, fermandomi pure a volte.
    Viva la fotografia

  2. grazie mille per questo contributo 🙂 è proprio così, ci si preoccupa inutilmente del mezzo e non del fine

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