OM 1 Mark II

di Ugo Baldassarre

La nuova OM System OM1 Mark II è arrivata nella mani dei primo fortunati possessori proprio in questi giorni ma per me, scrivere questo articolo, è come parlare di una vecchia conoscenza, avendone seguito tutte le fasi del lancio fino al giorno in cui è finalmente arrivata tra le mie mani.
Se siete alla ricerca di recensione tecnica con comparazioni, tabelle e stress-test dei file, questo articolo (così come tutti gli altri di questo blog) non fa per voi: se invece volete capire meglio cosa rappresenti la nuova OM1 II nello sviluppo del sistema Micro4/3, continuate pure a leggere questo approfondimento. 

Voglio iniziare con qualche, doverosa, puntualizzazione. Il mio primo contatto con la OM1 Mark II è avvenuto a metà dicembre, ovviamente in condizioni di assoluta riservatezza, esattamente quindi un mese e mezzo prima che i primi rumors consistenti venissero alla ribalta seguiti poi dall’annuncio ufficiale dei giorni successivi. In questo mese e mezzo ho avuto modo di approfondire il prodotto occupandomi sia della traduzione della presentazione commerciale del prodotto sia relazionandomi con addetti ai lavori, avendo accesso a informazioni molto dettagliate.
Mai come in questa occasione (e non è proprio da ieri che sono in questo mondo) ho potuto constatare un accanimento gratuito verso un nuovo prodotto senza alcuna conoscenza diretta dello stesso e, in molti casi, senza neanche un interesse diretto verso questo universo fotografico. Semplicemente, parlare di #Omsystem è stato per alcuni giorni un trend molto gettonato e prolifico in termini di ritorno di “click”. 

 

La OM1 Mark II è certificata resistente a polvere e spruzzi d’acqua con un indice IP53

Fatta questa premessa, andiamo a conoscere questa nuova OM Sytem OM-1 Mark II.

La nuova OM1 II è la prima ammiraglia OM System a portare impresso il nuovo brand al posto dello storico logo Olympus. Se la prima OM1 è stata la macchina del passaggio ufficiale di consegne, la nuova Mark II è il prodotto della conferma di questo nuovo brand nell’affollato mondo tecnologico della fotografia digitale.
Esteticamente non si doveva fare nulla ed infatti così è stato. La OM1 è stata l’evoluzione finale del concetto di ergonomia e compattezza, iniziato con la prima E-M1 e finalizzato nella E-M1X: per migliorare tale eccellenza era possibile fare ben poco ma è proprio in queste situazioni che l’ottimo può diventare eccellente. Seguendo le richieste di molti utilizzatori, OMDS ha infatti modificato il materiale delle due ghiere di regolazione che adesso sono in gomma (come sulla EM1X) e quindi più fluide, precise e comode da azionare anche con i guanti.
Tutto il resto è rimasto, sostanzialmente, invariato (per fortuna) a parte il già menzionato cambio di logo e l’inserimento del simbolo “Mark II” nell’angolo in basso (al posto di OM).
La scelta fatta, più che ovvia considerando la maturità raggiunta dal form factor in anni di continua evoluzione, permette di mantenere invariati tutti gli accessori come batterie e vertical grip e questo non può che essere un motivo di gioia per chi ha già investito nell’acquisto di questi accessori per il modello precedente e stesse meditando di sostituirlo o affiancarlo con la nuova versione.

 

Se le modifiche apportate non sono visibili esternamente, allora è internamente che vanno cercate. Ed infatti è proprio questo il caso della OM1 mark II laddove per “internamente” intendo proprio nella più profonda logica di funzionamento del prodotto.
Non è difficile comprendere che un hardware, per quanto potente ed efficiente sia, possa essere limitato da alcuni colli di bottiglia nella struttura generale: lo constatiamo quotidianamente su dispositivi di uso comune come smarphone, tablet e PC. Esattamente come un qualsiasi software modifica le proprie prestazioni in base al quantitativo di ram disponibile, così anche molte delle evolute funzionalità delle fotocamere moderne, basate su algoritmi sempre più complessi, sono affamate di memoria.

Ritratto in studio – OM System OM1 mark II

La nuova OM1 Mark II, pur mantenendo sulla carta lo stesso (eccellente) sensore del precedente modello (20M Stacked BSI ) e lo stesso processore di immagine (TruePicX) , ha subito una importante revisione nell’architettura complessiva grazie al potenziamento del buffer della memoria e del controller della stessa (l’equivalente, in informatica, di un cambio totale di chipset di una motherboard e raddoppio della RAM/Buffer). Questa nuova disponibilità di elaborazione dati ha permesso di sfruttare ancora meglio l’ottima base di partenza con l’introduzione di una serie di migliorie e novità che riguardano diversi aspetti delle funzionalità del prodotto (già note ed evidenziate in fase di presentazione, qui). Ovviamente la già ottima qualità di immagine rimane invariata ma si aggiunge, come novità, la possibilità di registrare RAW a 14bit colore durante lo scatto HI RES, per una fedeltà cromatica ancora superiore.

La prima caratteristica, come è facile immaginare, a giovare di questo potenziamento è stata, ovviamente, la durata della raffica che adesso risulta essere più che doppia rispetto al modello precedente, a tutto vantaggio degli utilizzatori della modalità HS2 (fino a 50FPS con AF-C e AE) che ora è anche completamente priva di blackout grazie ad un migliorato aggiornamento del refresh delle immagine nel mirino.

Questo upgrade dell’hardware, erroneamente ritenuto marginale rispetto alla coppia Sensore-CPU, ha portato alla prima novità: l’introduzione del Riconoscimento Umano, richiesto a gran voce da più parti. Contrariamente a quello che molti pensano, la OM1 classic non prevede la funzione di “riconoscimento umano” bensì, come le precedenti fotocamere Olympus, implementa un sistema di riconoscimento del viso/occhi basato su un algoritmo di tracking. Il suo funzionamento è basato sull’identificazione di un gruppo di pixel con forma-colore-contrasto somigliante ad un viso. Il sistema funziona correttamente ma con i limiti del caso, come l’impossibilità di continuare a riconoscere correttamente i visi di persone voltate di spalle, di profilo o troppo piccole (distanti) nell’inquadratura e, più in generale, ogni qual volta non vengano soddisfatti i parametri prima accennati. Nella OM1 mark II tale sistema è stato abbandonato a favore di un modello di riconoscimento “soggetto umano” (al pari dei già noti uccelli, veicoli, etc) e basato su un algoritmo di AI (e quindi bisognoso di differenti risorse hardware) completamente differente dal precedente tracking. La OM1 Mark II non cerca più, quindi, un gruppo di pixel con determinate caratteristiche ma è in grado di riconoscere una persona (o più di una), in posizioni e posture diverse, di spalle o di profilo e anche con il viso non del tutto visibile o coperto. E’ un cambio radicale rispetto al funzionamento della precedente generazione e infatti anche la struttura del menu è stata modificata di conseguenza, permettendo l’accesso alla selezione di tutti i SOGGETTI direttamente dal SCP: la selezione di un Soggetto, inoltre, inibisce automaticamente la funzione di AF-C + Tracking ( motivo di comportamenti spesso irrazionali nel funzionamento dell’ sul modello precedente). Non si tratta quindi di un semplice spostamento di voci nel menu (per il resto invariato) ma una revisione della struttura operativa dell’intera logica di funzionamento del tracking basato su AI della fotocamera.

Dalle mie prove, effettuate in situazioni reali, il nuovo Riconoscimento Soggetto Umano mantiene le promesse, permettendo di identificare seguire in maniera costante persone sia in ferme che in movimento. Il tutto funziona anche con soggetti molto piccoli nell’inquadratura e in presenza di ostacoli strutturali o casuali che si possono frapporre nella ripresa.
A questo proposito va anche che tutte le modalità di AF-C e di riconoscimento soggetti, nella OM1 mark II, risultano migliorate e quindi più precise rispetto alle già ottime prestazioni del precedente modello. Anche il caso di riconoscimento multiplo di un soggetto, adesso risulta più semplice selezionare il soggetto su cui soffermare l’attenzione e continuare a seguire all’interno della stessa scena.

Altra novità – inedita sul mercato – è l’introduzione del nuovo filtro LIVE GND, nuova funzione computazionale , che permette l’utilizzo di filtri Graduati ND – con tre differenti intensità e di ND variabile – solo su una porzione del fotogramma, in modo da poter ottenere esposizioni molto più bilanciate già in fase di scatto. Essendo una funzione Live, il risultato dello scatto sarà visibile in anteprima reale “live view “ (e scusate se è poco!) rendendo il tutto molto semplice e pratico.
L’utilizzo di questo filtro è davvero immediato e ben studiato; direttamente sul display touch è possibile selezionare la zona su cui far agire l’effetto del filtro (visivamente è come “tirare già una serranda fino al livello di interesse): scegliendo un punto su questo margine è possibile inclinare l’effetto agendo sulla ghiera di regolazione. E’ molto più semplice da fare che da spiegare.
Anche il “vecchio” Live ND si potenzia ulteriormente e raggiunge uno stop in più (ND128 / -7EV) fornendo una combinazione di nuovi effetti davvero interessanti per il fotografo paesaggista.

Ridimensionamento di un JPEG eseguito in HI RES a mano libera

Tra le novità hardware (che non si notano subito) va segnalato il nuovo stabilizzatore meccanico a 5 assi che espande, se ancora ve ne fosse bisogno, ulteriormente il concetto di “scatto a mano libera senza treppiedi” permettendo l’uso di tempi lenti impensabili con altri sistemi. Le prestazioni dichiarate del nuovo IBIS sono di 8,5 Stop e lasciano stupefatti durante l’utilizzo; questo potenziamento nella stabilizzazione fa si che tutte le modalità di funzionamento che si avvantaggiano di tale tecnologia risultino ancora più efficienti, ad iniziare dallo scatto HI-RES a mano libera che raggiunge nuove vette di perfezione (sono riuscito a realizzare uno scatto a 50MPX a 1200mm di focale a mano libera!).

Scatto Hi Res a mano libera eseguito a c-a 1000mm di focale

La OM1 Mark II, partendo dalla ottima base del precedente modello, di cui mantiene inalterata la reattività operativa e la qualità di immagine, amplia il suo raggio di utilizzo strizzando l’occhio a nuovi tipi di utenti ma al contempo offre, agli appassionati di natura, lo strumento definitivo, ancora più evoluto e solido del precedente.
Alle novità già elencate si aggiungono le nuove funzionalità WEB CAM e registrazione di Video in Verticale e una nuova modalità video che migliora la resa in situazioni di alto contrasto.

Ritratto in studio – il riconoscimento del soggetto aiuta nel seguire i cambi di posizione di un soggetto in posa dinamica

Dopo averla usata per qualche giorno, e dopo un paio di anni di uso intensivo della OM1, mi sono fatto una idea abbastanza precisa della situazione e posso affermare che la nuova OM1 II è la naturale evoluzione tecnologica della specie e rappresenta il culmine della tecnologia in formato Micro4/3 e offre significanti passi avanti su molti aspetti. E’ quindi un upgrade super consigliato per tutti quelli utenti ancora in attesa del salto generazionale (da E-M1 2/3 e X) che non hanno ancora acquistato la OM1.
Per quando riguarda gli utenti già in possesso della OM1 la scelta diventa molto più personale e relativa al tipo di utilizzo principale che ne viene fatto. Le novità ci sono e risultano essere:
– molto incisive pergli  usi specialistici per cui il prodotto è indirizzato (raffiche maggiorate, blackout free, miglior stabilizzazione, Miglior AF, Miglior riconoscimento AI Soggetti);
– molto interessanti per usi più allargati (Filtri Live GND e ND, riconoscimento umano, V-log);
– meno essenziali per quelli utenti che fanno un uso meno profondo delle caratteristiche specifiche della fotocamera (non si dimentichi che la OM1 resta una macchina ancora incredibile in quanto a prestazioni e funzionalità, nel pieno della sua maturità).
Indubbiamente la nuova OM1 II offre vantaggi per tutti i tipo di utilizzatori, in maniera e misura diverse: solo un’analisi delle proprie necessità potrà darvi la risposta corretta.

Quello che è certo è che, per tutti i fotografi che utilizzano felicemente questo marchio (come il sottoscritto), quello attuale è un momento davvero interessante in quanto la tecnologia messa a disposizione è davvero esaltante e l’offerta di prodotti risulta sempre più ampia e adatta a tutte le tasche.

 

Seguiranno nelle prossime settimane approfondimenti su specifiche tematiche e funzionalità

 

I prodotti OM System sono distribuiti in Italia da Polyphoto SPA  che ringrazio per la collaborazione a questo articolo.

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