In viaggio con la Lumix G9

 

Testo e fotografie di Ugo Baldassarre

Inaugura, con questo articolo, la sezione di prove sul campo di Micro4/3 Italia. Grazie agli incentivi di fine anno abbiamo rilevato un notevole interesse dei nostri utenti per l’ammiraglia Panasonic e così abbiamo deciso di provarla meglio. Per due settimane è stata la mia compagna di viaggio in posti bellissimi. Vediamo come è andata.

Ho portato la G9 nelle splendida cornice di Matera e dintorni

La Panasonic Lumix G9, ammiraglia fotografica del sistema Micro 4/3 G di Panasonic, ha avuto una storia un po’ particolare. Sul mercato da quasi un anno (al momento in cui scrivo queste righe), ha conquistato subito i favori degli addetti ai lavori ma non altrettanto rapidamente quelle dei consumatori. Le dimensioni molto generose, che ne fecero il corpo Micro 4/3 più grosso di sempre [al momento dell’uscita, attualmente la GH5s detiene il primato, nda], e il look da reflex (con il display di stato superiore), probabilmente non hanno deposto, subito, a suo favore. In realtà la Lumix G9 ha le dimensioni perfette per essere maneggiata agevolmente con lenti importanti (come ad esempio il Leica 200mm 2.8 o il Leica 100-400) votate allo sport e alla caccia fotografica, conservando tutta la “manualità” di una macchina professionale, senza la necessità di un Battery Grip, comunque opzionale.

Il recente (temporaneo) riposizionamento di prezzo, dovuto all’ottima iniziativa di sconto immediato (e non di cashback), attuata da Panasonic ha rilanciato la macchina nell’olimpo degli oggetti più desiderati di questo fine anno, facendo impennare le vendite e la diffusione di questo ottimo prodotto. Incuriosito dall’eccezionale rapporto qualità prezzo e dalle prestazione che molti definivano “favolose”, me ne sono procurato un esemplare con cui ho passato qualche settimana.

Non è quindi un caso che Micro43 Italia abbia deciso di parlare dell’ammiraglia fotografica Lumix proprio in questo periodo.

“Una macchina robusta, ben fatta e al top della categoria”

La G9 si posiziona di fianco alla serie ammiraglia GH5/5s, come macchina di riferimento per il settore fotografico, lasciando alla GH5 il ruolo di ibrida di lusso e GH5s quello di professionale video.

Come già detto, la Lumix G9 ha le dimensioni più importanti che una macchina in formato Micro4/3 abbia mai avuto. Per chi ha avuto il piacere di possederla, posso dire che ricorda molto quelle di una Olympus- E5, una delle reflex più comode e ben fatte che abbia mai utilizzato. La Lumix G9 taglia i ponti col passato sin dal primo sguardo, grazie ad un display di stato superiore e una ergonomica davvero ben studiata. L’unico appunto che feci mesi fa, è stato spazzato via dall’uso pratico: tenendo in mano la macchina, la posizione delle ghiere mi sembrava poco comoda ma l’uso pratico ha fatto chiarezza da questo punto di vista, come vedremo in seguito.

La Costruzione è da prima della classe. Solida e compatta, con rifinite parti in gomma nell’impugnatura e un ottimo feeling al tocco. L’esperienza tattile è davvero appagante, Panasonic ha fatto davvero un ottimo lavoro, consegnando un prodotto dall’aspetto e dalla consistenza da vera professionale. La G9 infatti è tropicalizzata e pensata per poter operare in condizioni più che avverse.

Come da tradizione della gamma Lumix G quasi tutte le funzioni principali hanno un selettore o un tasto dedicato sul corpo macchina, per cui la necessità di addentrarsi nei menù è davvero remota: in ogni caso, tramite il comodo touch screen si può accedere a quasi tutte le funzioni principali semplicemente con un tocco (molto comodo).

Ad esempio le modalità di AF/MF sono gestite da un selettore meccanico, le modalità di scatto anche e, dulcis in fundo, un piccolo selettore posto vicino al bocchettone permette di disattivare in un colpo solo l’otturatore meccanico e il “beep” passando ad una modalità “ninja” super silenziosa. Davvero molto comodo.

Ho passato diverse ore con la G9 stretta nella mano, passeggiando. con il braccio disteso lungo il fianco e devo dire che, nonostante le dimensioni, il peso non è mai stato fastidioso.

Una ennesima nota di merito va al selettore ON-OFF (in stile Nikon) a portata di indice cosa che rende la macchina azionabile ed operativa con una sola mano.

 

“L’autofocus è ottimo, la macchina è reattiva e sempre pronta!”

La principale rivale della G9, lo sanno tutti, è la Olympus Em1 Mark2 (la mia macchina, tra l’altro) che, sulla nuova Lumix, ha un anno di vantaggio di vendite ma anche un anno i tecnologia in meno. La domanda che assilla un po’ tutti e a cui, premetto, non saprò rispondere, è quale delle due macchine è superiore.

Impossibile stabilirlo. Diciamo che i 12 mesi (abbondanti) di differenza tra i due modelli non pesano in maniera evidente sulle prestazioni o almeno, non tanto quanto ci si aspetterebbe da un divario temporale di questo genere. La concorrenza è stata attenta a tenere aggiornato il proprio prodotto ed evidentemente l’ottimo progetto originale ha “tenuto botta”.

Quello che piace, e molto, della G9 è come faccia in maniera molto semplice anche cose molto complesse. L’impressione generale è che gli algoritmi di AF, nonostante, tra l’altro, utilizzi il solo sistema a contrasto e non ibrido come la OMD, funzionino in maniera meno ingarbugliata. La sensazione è quella che la G9 necessiti di una curva di apprendimento più bassa per poter essere utilizzata al meglio, rispetto alla concorrente.

Personalmente non sono un grande utilizzatore di AF-C né mi occupo di generi fotografici in cui questo sia vitale, per cui mi sento di dire che la G9, da questo punto di vista, mi ha facilitato la vita.

 

catturare situazioni improvvise è semplicissimo

La reattività allo scatto della G9 è impressionante. L’otturatore meccanico è di ottima fattura, con un evidente sistema di riduzione del tremolio che rende il rumore dello scatto preciso ma “morbido”. Non c’è alcun lag tra la pressione del tasto di scatto e lo scatto, al pari delle migliori Reflex e concorrenti di alta gamma. A dirla tutta, se non si viene da una macchina simile, non sarà raro far partire qualche scatto di troppo, le prime volte.

L’impressionante velocità di scatto unita alla reattività ed efficienza dell’autofocus permettono di eseguire scatti davvero interessanti, anche inquadrando e scattando all’ultimo secondo.

Da qualche macchina a questa parte anche Panasonic ha iniziato a introdurre la stabilizzazione meccanica all’interno del corpo macchina, con ottimi risultati. La soluzione adottata uno stabilizzatore 5 assi in grado di funzionare in Dual IS con le lenti compatibili: il risultato di questa tecnologia è ottimo. Sto provando, assieme alla macchina, anche il Leica 12-60 f/2,8-4 OIS che garantisce ottime performance di stabilizzazione, e non solo. A proposito di questa lente mi esprimerò accuratamente in quanto parte importante di questa prova.

Un altro grosso punto a favore della G9 è il suo EVF. Grande, enorme per la verità, e dotato di una ottima risoluzione. E’ possibile inoltre selezionare la velocità di 120fps o 60fps per migliorarne le performance o optare per un consumo più contenuto. L’unico punto negativo che posso segnalare è una marcata perdita di nitidezza ai bordi dello stesso, dovuta alla lente di ingrandimento utilizzata. Un problema quasi futile nell’uso comune, un po’ più fastidioso quando si fanno in quadrature di precisione che prevedono l’allineamento dei bordi dei mirino ad elementi della scena.

Buona la batteria, di grande capienza e durata. Interessante anche la possibilità di alimentare il caricabatteria tramite una microusb, cosa che rende possibile anche l’utilizzo di un powerbank come fonte di ricarica.

 

 

 

“Con il suo kit Leica 12-60 è una macchina pronta a tutto e con una grande qualità di immagine”

Dal punto di vista della qualità di immagine non ho trovato grosse sorprese rispetto a quanto mi aspettavo. Il sensore da 20Mpx di Panasonic rende in maniera diversa rispetto a quello utilizzato da Olympus e tonalità e colori sono a dimostrarlo. E’ solamente una questione di gusti di personali, ho trovato i Raw di entrambi i sistemi lavorabili e ben utilizzabili.

Alla sensibilità base di 200 Iso la G9 ha un file leggermente più “granuloso” della controparte Olympus, dal sapore più analogico.

Una interessante aggiunta al layout classico delle mirrorless è il piccolo joystick presente al lato del display. Sebbene pratico, c’è da segnalare il fatto che non è molto intuitivo, perchè non riconosce le diagonali e soprattutto, non permette di cambiare direzione se non staccando il contatto e premendo in una altra dimensione. In pratica, insomma, non si può utilizzare senza staccare mai il dito: decisamente più comodo il touch panel per controllare il cursore di AF (opzione comunque presente e ottimamente implementata).

Come il mercato ormai impone per le macchine di gamma rivolte ad un mercato professionale o comunque di utilizzatori esigenti, è presente il doppio slot di memoria SD: le schede possono essere gestite in varie modalità, a seconda delle esigenze del fotografo, dal backup alla gestione separata di RAW e jpeg.

Non mancano, ovviamente, tutte le connessioni possibili ed immaginiabili, tra HDMI, microfono, usb, bluetooth e wi-fi, ma per queste è meglio fare riferimento alle specifiche ufficiali del prodotto.

 

 

La lente:  Panasonic DG Leica Vario Elmarit 12-60mm 1:2,8-4 Asph Power OIS

L’obiettivo kit della configurazione in prova è il Leica DG 12-60mm con luminosità variabile f 2,8-4 e sistema di stabilizzazione OIS, che per comodità, da ora in avanti indicheremo solo con 12-60.

La lente, presentata con l’uscita della GH5, appartiene alla gamma di zoom professionali sviluppati da Panasonic in collaborazione con Leica.

Nonostante sia facile cadere in inganno, il 12-60 è una lente “tuttofare” di qualità che ha come rivale lo Zuiko 12-100 f4 piuttosto che il 12-40 f2,8.

Sia per escursione focale, che per luminosità, infatti, il 12-60 è decisamente più simile al tuttofare professionale della concorrenza, piuttosto che il luminoso zoom standard già citato.

Avevo letto pareri molto contrastanti, precedentemente alla prova, per cui ero molto curioso di provare con mano questa lente.

La costruzione della lente è, come si aspetta da una lente di alto rango, di ottima fattura, con tanto metallo, nessuna parte in gomma, e movimenti fluidi e precisi delle ghiere. Anche il paraluce è completamente in metallo e di ottima qualità.

Lo zoom ha una luminosità di f/2,8 alla focale minima di 12mm e inizia a scurirsi in maniera graduale fino ai 40mm ove diventa f/4 e tale resta fino ai 60mm.

E’ una lenta votata al viaggio, al reportage e al video, con una ottima qualità di immagine e splendidi colori tipici del marchio Leica. Come tante altre lenti di questo brand, la nitidezza è gestita in maniera selettiva, con immagini tendenzialmente più morbide e “pastose” nelle zone subito fuori fuoco. E non è assolutamente un male, questo.

l’escursione focale del 12-60 risulta vincente …

In questi giorni di test ho avuto modo di apprezzare la grande versatilità ed escursione della lente, utilizzandola davvero per una grande varietà di scatti, dal reportage urbano, alla street, al paesaggio senza dimenticare qualche ritratto. Come qualsiasi lente non specialistica non vi darà mai la qualità di una lente fissa, ma sarà sempre come avere un intero corredo di ottima qualità a disposizione.

…e in un attimo si stringe su un soggetto

Il marchio Leica, apposto sul frontale, non è solo lì per bellezza: la lente risponde molto bene in situazioni critiche di controluce e offre sempre ottimi colori, caldi e pastosi, come da tradizione del marchio, decisamente diversi rispetto alla chirurgica precisione delle lenti Zuiko. Si tratta di approcci e filosofie diverse, apprezzabili in entrambi i casi per esigenze differenti.

Personalmente lo metto tra i migliori zoom che abbia mai utilizzato, sia per feeling che per risultati, assieme al 12-40 Olympus, il “vecchio” Zuiko 12-60 2,8-4 e il 24-70 Sony Zeiss f/2,8

 

Il presente articolo ha lo scopo di illustrare le impressioni di uso del prodotto e non costituisce in alcun modo un test tecnico/scientifico.

 Note: le immagini a corredo sono state realizzate da Ugo Baldassarre tra Puglia e Basilicata in dicembre 2018/gennaio 2019 (Matera, Altamura, Parco Naturale dell’Alta Murgia, contrada Parisi Vecchia).
Per caratteristiche tecniche complete e maggiori dettagli sulla Lumix G9 visitate il sito ufficiale Panasonic

 

PRO:

  • costruzione eccellente
  • autofocus velocissimo e grande reattività
  • tanti e comodi comandi a portata di dita
  • mirino grande e definito
  • stabilizzazione 5 assi e dual IS
  • doppio slot SD

CONTRO:

  • dimensioni eccessive per qualcuno
  • autonomia inferiore alla concorrenza
  • joystick migliorabile
  • bordi del mirino
Commenti all'articolo

Un commento su “In viaggio con la Lumix G9”

  1. Bella recensione che confermo in Toto,la possiedo da quasi un anno corredata con diverse ottiche e mi trovo benissimo.Non posso fare paragoni con Olympus perché non ho mai avuto modo di provarla,per la mia prima m4/3,ho scelto Panasonic solo perché l’ho trovata più simile alle mie canon 1 dx come operatività.

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