Lumix LX100 Mark 2

Testo e fotografie di Ugo Baldassarre

 

Come dovrebbe essere la macchina fotografica perfetta? Abbiamo ormai capito, dopo decenni di prodotti e tecnologie sviluppate che questa domanda non ha una unica risposta, bensì varie interpretazioni. E’ comunque fuori da ogni dubbio che una delle caratteristiche più richieste sia la qualità sempre a portata di mano. Produrre strumenti di qualità grossi, pesanti e costosi non è mai stato un problema, mentre tenere qualità e portabilità entro certi pesi e dimensioni è sicuramente una delle sfide che i produttori stanno raccogliendo.

E’ già da qualche anno che il mercato delle fotocamere compatte è, praticamente morto, fagocitato dagli ormai performantissimi smartphone con caratteristiche fotografiche di tutto rilievo (ed in costante miglioramento). L’unico tipo di prodotto sopravvissuto in questa fascia è rappresentato dalle “compatte di lusso” o professionali (se si preferisce), ossia macchine fotografiche compatte dotate di obiettivi di alta qualità e sensori di dimensioni molto più grandi e performanti rispetto ai soliti utilizzati in questa tipologia di macchine.
Panasonic interpreta da anni questo tipo di prodotto con la linea LX, compatte di alta qualità ed ottica Leica in grado di soddisfare esigenze avanzate. Con il lancio della Lumix LX100 la super compatta di casa Panasonic ha fatto un ulteriore salto qualitativo, avvantaggiandosi di un sensore di dimensioni pari a quelle del sistema Micro4/3 classico: una super all-in-one in formato tascabile.

La LX100 Mark 2 rappresenta, a distanza di qualche anno dall’uscita del primo modello, una ulteriore evoluzione e potenziamento di tutto il comparto elettronico, sempre in abbinamento allo splendido zoom Leica Vario-Summilux 24-75mm (eq.) f/1,7-2,8 Power O.I.S., ossia il classico “tuttofare” fotografico, in grado di gestire il 90% delle necessità di qualsiasi fotografo.

Rispetto al modello precedente La Mark2 sfoggia un nuovo sensore da 17 megapixel (21,7 i megapixel reali), guadagna il display touch, e qualche miglioria nel comparto video, oltre ad un leggero restyling dei comandi e una rinnovata connettività sia micro USB (ricarica/dati) e Bluetooth 4,0.

 

Esteticamente, la LX100M2 ricalca da vicino il look della icononica Leica Q: la sagomatura del corpo macchina, la presenza di una ghiera per i tempi (sulla calotta, come nei modelli analogici) e una per i diaframmi sul barilotto, il mirino elettronico ( 2,7 Megapixel con 100% campo visivo inquadrato) decentrato in pieno stile telemetro. Tutto sembra studiato per strizzare l’occhio ad un utente attento ed esigente non solo dal punto di vista della qualità del file, ma anche delle rifiniture del prodotto stesso.



Poter tenere in tasca tutto questo “ben di dio” è sicuramente un sogno per chi vuole muoversi leggero ma allo stesso tempo avere qualità quando serve, ma è arrivato il momento di vedere come la piccola si comporta operativamente sul campo.

Proprio per le sue dimensioni e la sua vocazione tascabile i progettisti hanno dovuto sfruttare lo spazio a disposizione sul retro e sulla calotta in maniera oculata. Questo si traduce in diversi tasti funzione (personalizzabili) di piccole dimensioni, poco adatti a mani grandi: per fortuna i comandi principali sono posizionati in maniera comoda e su leve e ghiera facilmente azionabili, quindi, una volta effettuato un set up della macchina che risponde alle proprie esigenze, raramente sarà necessario accedere a menù e sottomenù.

 

Test 1: Ritratto
Ho immaginato che in un utilizzo generale, turistico ed amatoriale la macchina non avrebbe avuto alcun problema operativo, per cui ho deciso di sperimentarne l’uso in una situazione più “professionale”. Una intera sessione di ritratto mi è parso un banco di prova decisamente interessante per la “piccolina”, per capirne limiti e potenzialità. Durante l’uso quotidiano puà capitare di dover effettuare un ritratto più o meno posato, ma un intera sessione con una moltitudine di situazioni, inquadrature e tempistiche? Quando si scatta in queste condizioni viene messa a dura prova la reattività della macchina, la qualità del mirino, e tante altre caratteristiche che normalmente non vengono stressate allo stesso modo.
Ho avuto modo di comprendere appieno le potenzialità del prodotto, e evidenziarne alcune limiti operativi.

 

La qualità dell’immagine è risultata ottima. Vedere un oggetto così piccolo e compatto sfornare dei file RAW così dettagliati e simili a quelle di una macchina ad ottiche intercambiabili è davvero sorprendente. Lo zoom Leica mantiene quanto promette, con dettaglio e colori degne dello storico brand. La variazione di focale è affidata ad un motorino elettrico che rende, però, le operazioni un po’ lente, soprattutto se confrontate con la reattività di uno zoom classico ad azionamento manuale.
Un altro limite operativo, notato in questa circostanza, e ininfluente in altre, è il blackout che si ha nell’inquadratura tramite mirino tra uno scatto e l’altro (anche disattivando la visualizzazione dell’anteprima), soprattutto cercando di realizzare sequenze su situazioni dinamiche.
Potrete vedere il risultato di questo pomeriggio di scatti nella galleria. Ovviamente anche i file sono stati trattati come normalmente faccio in questi casi, e il risultato è stato davvero soddisfacente. Solo in alcuni scatti il recupero delle alteluci non ha permesso la correzione dell’esposizione voluta, ma erano scatti davvero (e volutamente) al limite delle capacità della gamma dinamica.

 

Test 2: Street-Fotografia di viaggio
In un uso più concorde con la filosofia della macchina, l’utilizzo è risultato piacevole e senza sorprese. La macchina è reattiva nello scatto e la lente estremamente versatile. Inoltre, soprattutto nella fotografia di strada, è molto apprezzabile la possibilità di impostare la visualizzazione monocromatica pur catturando la scena a colori.
E’ possibile scegliere l’uso dell’otturatore meccanico o di quello elettronico; nel primo caso si ottiene una maggior precisione e assenza di rolling shutter, nel secondo caso una silenziosità assoluta. Decisamente apprezzabile la presenza di entrambe le tecnologie, comunque.
Resta ancora un mistero la scelta di non introdurre, anche in questa mark2, un display orientabile ( o almeno basculante ) per aiutare la composizione, soprattutto cercando angolazioni originali, uno degli aspetti più apprezzati della serie Lumix GX80/9, senza contare la penalizzazione del touch-Af, in questa maniera.

La Lumix LX100M2 è una macchina fotografica che può fare, praticamente, tutto. Perfetta da viaggio, per le fotografie di tutti i giorni e, come abbiamo visto anche per utilizzi più specifici e professionali. Grazie alle tecnologie proprietarie di Panasonic, come 4kPhoto, postfocus e la capacità di mettere a fuoco anche in scarsa luce, la LX100M2 non teme particolari condizioni di utilizzo (attenzione però, non è tropicalizzata!).
Una volta che la macchina è in funzione, la reattività è molto buona (a patto di tollerare la lentezza dello zoom motorizzato se abituati a quelli tradizionali o, peggio ancora, ottiche fisse), mentre risulta un po’ lenta in accensione e in ripresa dallo stanby: tutte le operazioni che prevedono il riposizionamento della lente, in pratica, rallentano l’utilizzo. E’ possibile impostare l’accensione del dispositivo sull’ultima focale utilizzata al momento dello spegnimento.
Disattivando stanby e altre opzioni è possibile tenere la macchine sempre pronta all’uso ma si paga il prezzo di un consumo maggiore di batterie e, soprattutto, il rischio di avere la lente sempre in posizione estesa, che la rende vulnerabile a colpi accidentali e polvere.
Devo dire che comunque, già dopo poche ora di utilizzo, mi sono iniziato a trovare più nei ritmi del prodotto, compensando in parte questi rallentamenti operativi.

 

La qualità di immagine, è risultata sempre molto buona, sfornando ottimi file RAW e jpeg molto interessanti, questi ultimi sempre caratterizzati da un look caldo e tendente all’analogico tipico dello stile Leica.
In condizioni di luce scarsa (e brutta) la macchina si è comportata sempre abbastanza bene fino a 1600 iso, poi la mancanza di dettaglio fine si fa marcata, sfornando immagini più “piatte” e prive di dettagli fini, ma comunque, utilizzabili.
C’è inoltre da ricordare la presenza di un ottimo stabilizzatore ottico che aiuta parecchio a contenere la necessità di sensibilità troppo elevate utilizzando, invece, tempi di esposizione più lenti, in molti casi di scarsa luce ambiente. Lo stabilizzatore è di tipo ottico e può essere abilitato completamente o solo sull’asse verticale.
Infine l’autonomia di funzionamento con una carica completa è stata soddisfacente, considerando le dimensioni della batteria stessa. La possibilità di ricarica tramite un normale cavo microUSB è una caratteristica molto interessante per il fotografo viaggiatore che può quindi mettere in carica l’apparecchio praticamente ovunque trovi una presa di corrente. La mancanza, però, di serie di un caricatore autonomo, all’interno della confezione, costringe l’apparecchio a restare inutilizzato durante la ricarica della batterie: sarebbe stato preferibile trovare il charger all’interno della confezione e non solo come opzionale.

La LX100M2 mi è piaciuta parecchio, seppur con qualche piccola riserva che, data la tipologia di prodotto, è comunque più che giustificata da alcune scelte di progettazione che, ovviamente, non possono incontrare il gradimento unanime. Personalmente, preferisco gli zoom manuali, trovandoli più rapidi e flessibili, ma è indubbio che nel caso di video, lo zoom motorizzato e silenzioso sia decisamente consigliabile. Inoltre la soluzione dello zoom elettrico aiuta a contenere le dimensioni quindi, tutto sommato, non ci si può lamentare.
La vera, grossa mancanza, su questa bellissima compatta, è il display orientabile. E non solo per motivi legati alla composizione, ma anche per la gestione del comodo Touch Af che, invece, è parecchio penalizzato, soprattutto quando si usa la macchina con il mirino.
Inoltre, pur essendo molto “analogica” e “meccanica” come impostazione dei comandi, la LX100 spesso ha comportamenti imprevedibili legati a scelte di progettazione software: ad esempio, pur impostando la ghiera dei tempi su 1/4000sec ci si rende conto che questo tempo è disponibile solo da certi diaframmi in su e non su tutte le aperture, venendo impostato automaticamente a 1/2000 tra f/1,7 e 5,6.

Anche nell’uso quotidiano (compleanno di mio figlio) la LX100m2 è perfetta – JPEG nativo senza modifiche

L’uso sul campo, comunque, ha evidenziato un prodotto completo e di qualità, adatto sia foto di tutti i giorni, sia utilizzi più specifici. Una compagna di viaggio perfetta per chi non cerca una sostituta di una mirrorless/reflex professionale ma vuole avere nel taschino, sempre a portata di mano, tutto il necessario (per quasi) qualsiasi esigenza.

 

PRO:
– Qualità professionale in formato tascabile
– Zoom di alta qualità
– Sensore multiaspect e buona resa in quasi tutte le condizioni operative
– Comoda ricarica tramite MicroUSB
– Slitta flash universale e piccolo lampeggiatore incluso nella confezione
– Connettività Wireless e Bluetooth

CONTRO
– Assenza di display orientabile
– TouchAf utilizzabile ma poco comodo usando l’EVF
– Lentezza operativa in accensione e in ripresa dallo standby
– Assenza nella confezione di caricabatteria dedicato/autonomo

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2 commenti su “Lumix LX100 Mark 2”

  1. Bella recensione stringata e senza fronzoli. Una domanda: sulla lx100m2 il problema polvere sul sensore è stato risolto?

  2. ciao Lorenzo. Purtroppo avendo usato una demo fornitami da Panasonic l’ho usata per troppo poco tempo per valutare il presentarsi del problema, e soprattutto mi era arrivata già usata e testata da altri, per cui, anche se vi fosse stato dello sporco, non avrei potuto imputarlo al mio uso. In generale non mi pare di aver letto lamentele su questa seconda versione, però.

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