Alla scoperta di… Ernst Haas

a cura di Monia Menichilli

 

La rivoluzione del mosso creativo a colori

Ernst Haas nasce a Vienna nel 1921.

costretto ad abbandonare gli studi di medicina, perchè di origini ebraiche, si arruola nell’esercito tedesco.inizia ad occuparsi di fotografia solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, attirando l’attenzione di LIFE con degli scatti sui prigionieri di guerra.

 

Entra nell’agenzia Magnum e qui strinse un rapporto di amicizia con Henry Cartier Bresson, nel 1951 si trasferisce negli Stati Uniti e dinizia a sperimentare l’utilizzo del colore grazie alle pellicole Kodachrome.

la sua sperimentazione ha rivoluzionato il mondo della fotografia, soprattutto quella a colori.

Realizzava scatti con tempi di esposizione molto lenti  per rappresentare il movimento ossesionato dall’ottenere fotografie che esprimessero il concetto di tempo, che rompessero i classici schemi, il risultato delle sue fotografie sono dei mossi eccezionali con toni cromatici molto forti.

 

In una su intervista diceva: “Penso che il colore rappresenti una sfida maggiore. Col bianco e nero esistono solo tonalità di grigio. Col colore ci si trova davanti alle più incredibili combinazioni di sottili sfumature che possono essere sfruttate per esprimere profondità o rilievo. Il bianco e nero riproduce le linee essenziali nel modo più immediato. Se, per esempio, si deve fotografare una situazione in cui il soggetto principale è vestito in grigio mentre un personaggio secondario è in rosso, l’occhio sarà costantemente attratto da quest’ultimo. Col bianco e nero il problema non sussiste, ma col colore bisogna procedere con molta attenzione. Fotografare a colori è più difficile: è necessario pensare e sentire in un modo diverso”.

Ernst Haas divenne subito il piu’ grande fotografo a colori degli anni ‘50. Nel 1953 LIFE pubblica un suo reportage di 24 pagine su New York.

Nel 1962, una sua retrospettiva fu la prima esposizione di fotografie a colori nell storia del New York’s Museum of Modern Art.

Durante la sua vita pubblico’ quattro libri: The Creation (1971), In America (1975), In Germany (1976), and Himalayan Pilgrimage (1978).

Nel 1986, anno della sua morte, riceve il Premio Hasselblad.

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