Le fotocamere per tutti

a cura di Ugo Baldassarre

Questo articolo interrompe la serie del diario di viaggio (è uno spin-off insomma!) e raccoglie alcune considerazioni di uso sulle fotocamere Olympus che ho utilizzato e che credo meritino di essere condivise, a questo punto del “viaggio”.

 

Da quando il mezzo fotografico digitale è entrato di prepotenza nella vita di tutti si è ormai radicata l’idea che le macchine fotografiche vengano costruite sulle esigenze dei soli fotografi, ossia quelle persone interessate unicamente alla fotografia come punto di arrivo. Ma siamo sicuri che sia così?
La macchina fotografica è uno strumento per produrre fotografie ma non sono certo solo i fotografi, a necessitare di tale capacità.

Senza scomodare i content creator o altre moderne figure professionali che necessitano quotidianamente di creare immagini, basti pensare a chi, semplicemente, ami viaggiare e voglia creare ricordi, fissare emozioni o semplici istanti con la dovuta qualità per poter poi farne delle buone stampe, dei foto-libri o semplicemente una documentazione di qualità.
La macchina fotografica ha da sempre svolto questo ruolo di supporto a tante professioni e tante esigenze. Perchè far finta che non esistano più? Perchè dar retta solo a linee di pensiero che esaltano il lato tecnologico di un prodotto ma non quello pratico?

Perchè allora non parlare di sensazione di uso di una fotocamera? O del divertimento nell’inquadrare con una certa ottica?

Si leggono sempre e solo considerazioni di tipo tecnico, sul banco di laboratorio (di casa, quasi sempre!), con una attenta vivisezione del contenuto di quei milioni di pixel e mai qualche considerazione su cosa è ci sia stato prima e dopo del fatidico “click”, se la macchina è stata di ostacolo o di supporto ad una idea, ad un progetto: degna del suo ruolo insomma!

Da qui l’idea di impostare questo viaggio in maniera da portare sul campo questo spirito e questo approccio all’apparecchio fotografico: uno strumento, non un feticcio tecnologico.
Ed è proprio di questo che vi voglio parlare dopo aver speso 4 giorni in compagnia di un corredo fotografico in grado di entusiasmare per risultati e senza essere mai di intralcio – bensì di aiuto – nelle operazioni di viaggio/spostamento/indagine che mi ero riproposto.

In questi intensi giorni avrei dovuto percorrere a piedi molti chilometri, parlare ed interagire con estranei, muovermi tra ambienti urbani e paesaggi naturali ossia occuparmi di tutti gli aspetti della fotografia di viaggio. Che cosa mi sarebbe servito, mi sono domandato, per potermi muovere rapido e senza particolari ingombri mantenendo una buona versatilità di inquadrature e senza rinunciare a nulla?

Sicuramente la scelta doveva ricadere sull’uso di due corpi macchina: l’imprevisto può sempre capitare, per cui un corpo di riserva era necessario; in secondo luogo potendo utilizzare due corpi differenti avrei avuto anche due approcci differenti.
Una delle due macchine fotografiche doveva avere caratteristiche di maggior comodità ed ergonomia per poter comporre e inquadrare con più precisione ed essere meglio bilanciata nei pesi utilizzando l’ottica più grossa che avevo con me, lo Zuiko Pro 8-25mm F/4, ma volevo anche qualcos’altro che assecondasse l’istinto, da estrarre rapidamente come una pistola dal una fondina e che permettesse di fare click senza neanche doverla avvicinare al viso, istintiva come uno smartphone: e la nuova PEN E-P 7 sarebbe stata perfetta per questo compito.

 

Ecco quindi l’elenco completo della attrezzatura utilizzata:

Olympus OM-D E-M10 mark IV
Olympus PEN E-P7
Zuiko 12mm f/2
Zuiko 17mm f/1,8
Zuiko 45mm f/1,8
Zuiko Pro 8-25 f/4

3 schede SDHC 64 GB Angelbird V60 II
1 powerbank 20.000 ma

La OM-D E-M10 MarkIV e la PEN E-P7 rispondevano perfettamente a queste esigenze. Identiche, dal punto di vista delle prestazioni, diverse, sul campo, per tipo di approccio e utilizzo, erano esattamente le due compagne di cui necessitavo.
Spesso mi sono domandato, mentre le utilizzavo, come mai tanti utenti si rivolgessero subito ai modelli top di gamma (di qualsiasi brand!) andando a stravolgere da subito le proprie necessità e complicandosi la vita con oggetti pensati per tutt’altra categoria di utilizzatori. I menù e l’interfaccia di queste due Olympus (sostanzialmente identici nelle due) sono studiati per offrire tutte le modalità, anche le più avanzate, in maniera molto semplice. Ne è un esempio il menù AP, attivabile tramite la ghiera delle modalità, che racchiude comodamente tutte le funzioni avanzate quali HDR, Live Time, Bracketing, scatto silenzioso, Panorama, compensazione effetto trapezio: tutte a portata di mano in un attimo!

E parliamoci chiaro: non sono state certo le caratteristiche di AF infallibile e super efficace o incredibili velocità di scatto sequenziale (che tanti rincorrono ritenendo presenze imprescindibili per fare una buona foto) a permettermi di fare un bel ritratto ad alcune delle tante persone incontrate, bensì il mio discreto modo di pormi e di finalizzare velocemente quel momento concessomi dopo qualche chiacchiera: è a quel punto che sollevo la mia E-P7 con piccolo e discreto Zuiko 45 mm f/1,8, do un rapido sguardo al display, sorrido e… click-click porto a casa quel che mi serve.  Non mi serve pensare a come sarebbe stata “se avessi avuto con me la mia…”: la fotografia che avevo in mente, che dovevo realizzare, è esattamente quella che ho appena scattato!.

E’ poi grazie al 17mm, piccolo e discreto, montato sulla mia OM-D E-M10 mark4 che compongo rapidamente una inquadratura (anche in condizione di luce difficile), scatto e, in maniera quasi impercettibile, lascio scivolare la mia fotocamera lungo mio fianco, saldamente ancorata alla mia tracolla Blackrapid, mentre nell’altra mano impugno la PEN con il 12mm pronto a scattare, di istinto, senza quasi neanche guardare. L’inquadratura ce l’ho già in mente, negli occhi:  scatto di istinto, pura reazione alla situazione.
E se viene un po’ storta? Poco male, ho carpito una emozione, ho fissato un istante irripetibile: ho del margine, ho ben 20MP di alta qualità su cui poter intervenire per un leggero crop o raddrizzamento.
La fotografia è anche emozione, non solo nitidezza e dettaglio.

Eccomi, in un autoscatto sul belvedere dei Calanchi vicino Alianello nuovo

Ecco spiegato con maggior precisione come ho diviso  corpi e lenti a seconda degli impegni che ho affrontato. Per situazioni di panorama e reportage: Zuiko 8-25 Pro mm sulla E-M10 e 17mm sulla EP7; per  street urbana il 17mm sulla OM-D e il 12mm sulla PEN; infine per ritratto: 17mm sulla OM-D per scatti ambientati e il 45mm sulla PEN per inquadrature più strette!
Eh si, il 45mm sulla piccola PEN, e per giunta senza mirino!!
Non potete immaginare quanto risulti facile coinvolgere un estraneo in un ritratto se non lo si “terrorizza” con qualche grosso arnese.

Per chi come me non ha pazienza di portarsi un cavalletto in spalla per tutto il giorno e preferisce vivere la fotografia di reportage e di viaggio con un approccio diretto sul campo, senza troppi interventi a posteriori, le funzioni integrate di queste due macchine sono più che abbondanti.

Utilissima, in entrambe, la funzione di ricarica USB che ho utilizzato tramite un capiente powerbank: non appena possibile mettevo le due fotocamere in carica e in questo modo non ho dovuto utilizzare neanche batterie di riserva. A fine giornata, in hotel, effettuavo il back up delle SD ed ero pronto per il giorno seguente.

Se uno strumento semplifica il nostro viaggiare e, in generale,  la nostra esperienza significa che siamo già oltre la metà dell’opera, senza l’ossessione del risultato. Tutto quello che ci semplifica la vita ci rilassa,  e se siamo sereni funziona tutto meglio,  sorridiamo e ci divertiamo. E quindi, di conseguenza, facciamo tutto meglio, anche fotografare.

Se siamo sereni, diventa tutto molto più semplice. Garantito. Grazie piccole grandi Olympus.

Si ringrazia Polyphoto / Olympus Italia per la collaborazione
https://www.polyphoto.it/categorie/olympus

 

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