OMD EM1-X – alla prova

a cura di Ugo Baldassarre
fotografie di Ugo Baldassarre (ove non specificato diversamente)

[nota introduttiva: nonostante il fiume di parole speso, non è stato possibile analizzare ogni singolo aspetto del prodotto. Micro4/3 Italia si riserva quindi di implementare, in futuro, il presente test con approfondimenti specifici]

 

Finalmente ci siamo. E’ giunto il momento di parlare in maniera più approfondita della nuova “super” ammiraglia di casa Olympus, probabilmente la fotocamera Micro4/3 più sofisticata e ambiziosa di sempre.
Per giungere preparati a questo momento, negli scorsi giorni, abbiamo ripercorso assieme le tappe principali della serie OMD, per sottolineare proprio il continuo evolversi e migliorarsi, a volte in maniera eclatante, a volte più sottile del sistema fotografico Olympus.

 

La OMD EM1-X è proprio il coronamento di questo percorso che ha visto, piano piano, crescere le esigenze della propria utenza, e che quindi si conclude con una macchina senza compromessi.

Avevamo già avuto modo di mettere le mani ed avere un primo contatto con la EM1-X a febbraio, pochi giorni dopo il lancio ufficiale, proprio in casa di Olympus Italia (vi invito a rileggere il nostro diario della giornata a questo indirizzo) ma, personalmente, avevo rinviato qualsiasi giudizio definitivo solo dopo aver potuto usare il mezzo per un certo periodo e in condizioni a me congeniali.

Polyphoto ha messo a disposizione di Micro4/3 Italia un esemplare delle macchina che non ho esitato a usare intensamente per diversi giorni. Come già per il test dello Zuiko 12-200 le prove sono state eseguite in situazioni reali proprio per valutare il comportamento sul campo della macchina e non in condizioni di laboratorio.

Nessun problema in nessuna situazione

Absolute Confidence.
E’ questo il motto che Olympus ha scelto per promuovere la nuova macchina. E ritengo che sia una scelta più che sensata. La EM1-X non è (e lo sottolineerò tante volte) l’erede della EM1.2, bensì un nuovo prodotto che lancia una nuova linea di macchine super professionali. EM1.2 e EM1-X siedono affiancate al culmine della gerarchia di macchine Olympus, occupando entrambe il posto dedicato alle fotocamere professionali.
“Absolute Confidence” si traduce in italiano con “fiducia assoluta” e credo che mai, prima d’ora, questo slogan si possa definire più azzeccato. La EM1-X è uno strumento pensato per offrire la massima affidabilità ed operatività al suo utilizzatore. Fiducia Completa, appunto.
L’attenzione dei progettisti Olympus si è focalizzata prima di tutto sulla affidabilità e sulla incredibile resistenza della struttura della macchina. La EM1-X è un vero carroarmato con un livello di tropicalizzazione e resistenza alle intemperie davvero eccezionale.
Sebbene la scheda tecnica dichiari lo stesso livello della EM1.2, all’atto pratico è stato dimostrato che la nuova ammiraglia ha ben altre doti di resistenza e affidabilità in condizioni avverse.

 

La fiducia assoluta che Olympus declara non si limita alla sola resistenza fisica. La EM1-X è una macchina pensata per funzionare in simbiosi con fotografi esperti: si pone come strumento completo e flessibile, sempre pronto e reattivo e sempre, costantemente, sotto il completo controllo dell’operatore. Tutti i comandi, sono posizionati, pensati e realizzati in maniera da risultare comodi all’uso (anche da mani grandi o con guanti) e sempre riconoscibili. Ogni singolo tasto presente sulla scocca e sul dorso della macchina è sagomato e “personalizzato” al tatto: il risultato di questa cura progettuale si traduce nel fatto che più tempo si passerà con la macchina in mano, più questa diventerà una estensione vera e proprio del fotografo.
Il feeling con la X, anche per me, è stato immediato. Già al primo approccio sul campo, durante un concerto, non ho praticamente mai sentito la necessità di scostare la macchina del viso: era tutto sotto controllo, soprattutto la gestione del nuovo AF che, tramite i comodi joystick, è davvero comodo. Certo, non è certo la prima macchina ad utilizzare i joystick, anzi. Ma è la prima OMD a farlo e a farlo in maniera davvero ottimale: la corsa, la sensibilità e le diagonali precise mostrano una cura davvero elevata nella progettazione di questo aspetto della macchina. I jpeg che la macchina ha sfornato erano già molto soddisfacenti ma i Raw mi hanno davvero stupito per ricchezza di dettagli fini anche ad ISO mediamente alti.


Alcuni scatti realizzati durante un live, tra 1250 e 3200 ISO

Una cosa che mi ha colpito subito, sin dal primo uso sul campo, è stato il feeling con il tasto di scatto: la risposta dell’otturatore alla pressione del tasto di scatto è perfetta, pur avendo reso meno “isterico” il click, grazie ad una corsa leggermente più lunga del tasto di scatto. Feeling perfetto, quindi: il tasto va premuto, non sfiorato, ma la risposta di scatto poi è immediata.

Eccomi in azione 🙂

Ogni aspetto della macchina è curato in maniera maniacale: le mani dell’utilizzatore impugnano l’oggetto in maniera splendida. Se già la EM1.2 con il Battery grip rasentava la perfezione nell’ergonomia di una macchina per uso professionale, qui si è andati oltre.
Come tutti sanno, la EM1-X nasce già con l’impugnatura verticale integrata, smussata e progettata in moda da permettere una presa assolutamente identica a quella orizzontale. Tasti, rotelle, joystick, tutto è replicato per un uso indifferente in qualsiasi modalità di presa. Addirittura, ad esempio, quando si passa da una all’altra modalità la macchina converte la posizione del punto di Af che si sta usando nel corrispettivo.
Se ad esempio abbiamo attivato un punto nell’angolo alto a sinistra in modalità orizzontale, quando ruoteremo la macchina in verticale troveremo attivo il punto in alto a sinistra nuovamente. Idem se ragioniamo su gruppi di punti o aree. A proposito di questo, il nuovo sistema di Autofocus permette la creazione di gruppi personalizzati di punti di maf, richiamabili tramite una semplice pressione dello stick.

foto di Marco Lazzarelli

L’autofocus è un altro aspetto che è stato completamente riprogettato e potenziato ed è un altro degli aspetti di cui non si può cogliere la rinnovata potenza semplicemente osservando la scheda tecnica. Il riconoscimento facciale e il tracking hanno fatto notevoli passi avanti ma quello che davvero funziona in maniera eccellente è l’autofocus continuo che non perde mai il soggetto, anche quello più complesso. Senza andare a scomodare l’algoritmo di AI che permette alla EM1X di identificare alcuni tipi di soggetti in movimento (dovrebbero aumentare con i prossimi aggiornamenti software) il classico uso della macchina in AF-C restituisce da subito risultati importanti. Chi pensa di avere a che fare con un semplice upgrade del sistema di AF della EM1.2 si sbaglia di grosso.

foto di Roberto Silverio
foto di Roberto Silverio

La scelta di integrare il Battery Grip ha portato dei benefici anche in fase di progettazione. Innanzi tutto, lì dove sulla EM1.2 si trova la giunizione tra i due pezzi è stato invece possibile posizionare tasti e comandi (tutto quello è relativo alla gestione delle card di memoria, visione e cancellazione delle immagini). In seconda battuta è stato possibile montare, all’interno del corpo macchina un sistema di raffreddamento maggiorato, accorgimento questo che migliora sensibilmente la resa del sensore in caso di uso prolungato o di video in 4k (e non sono poche le macchine della concorrenza che hanno avuto seri problemi da questo punto di vista).

Un altro aspetto che ha subito un notevole boost, ancora una volta non percepibile dalla scheda tecnica, è il mirino elettronico. Pur condividendo di base la stessa matrice elettronica di quello (già ottimo della EM1.2) ha un comparto ottico completamente ridisegnato, con il risultato che, nell’uso pratico, è un altro mirino. Grande, grandissimo, ben definito e fluidissimo. La lente di ingrandimento posta dinanzi non genera alcuna distorsione né problema di visualizzazione ai bordi: si lascia guardare che è un vero piacere, pensato come è per sessioni di fotografia professionale di anche diverse ore continuative. E’ forse la prima volta che nell’uso sul campo ho preferito tenere costantemente l’occhio sull’EVF che non sul display (peraltro ottimo ed articolato).

E come va, invece all’atto pratico? L’unico vero grosso problema di questa EM1-X , come già detto, è che se ci si sofferma solo sulle specifiche, invece che utilizzarla, la sua scheda tecnica “sembra” quella della sorella minore. I dati tecnici e le parole non rendono giustizia alle innovazioni e alle migliorie della nuova EM1-X (e probabilmente neanche questo articolo sarà sufficiente). L’uso sul campo ha invece rivelato differenze notevoli anche dal punto di vista della qualità dell’immagine.

Innanzi tutto, senza test specifici, la nuova ammiraglia sembra gestire con molta disinvoltura quasi uno stop ISO di differenza rispetto ai migliori modelli precedenti: per farla semplice i 6400 ISO della EM1-X sono molto simili ai 3200 della EM1.2 e così via.
Lo stabilizzatore a 5 assi, ancora pià efficiente che mai, dal canto suo livella ancor più verso il basso questo aspetto: ho eseguito scatti perfetti a mano libera a 1000 ISO, laddove altri sistemi avrebbero necessitato di almeno 3200/6400 proprio grazie all’uso di tempi lentissimi perfettamente gestiti dallo stabilizzatore meccanico.
Ho usato parecchio sulla EM1-X il nuovo Zuiko 12-200 che, per via della sua luminosità, necessitava di ISO mediamente più alti del solito e non ho mai avuto alcun problema nella qualità dell’immagine che è risultata sempre migliore della mia EM1.2.


Alcuni scatti realizzati con la EM1-X nel recente viaggio a Matera e dintorni

 

Potrei continuare a scrivere per ora ed ore della nuova EM1-X, ma mi preme rispondere prima di tutto a due domande che mi ero posto e che volevo approfondire.

La prima, è relativa allo scatto hi-res. Come sappiamo la EM1-X è la prima Olympus che introduce la possibilità di eseguire scatti a super risoluzione (usando lo spostamento del sensore) di 50 megapixel (che diventano 80 nel caso si utilizzi la modalità treppiedi!).

Un notevole crop dello scatto eseguito in HI Res a mano libera (il jpeg scaricabile e piena risoluzione è nel gruppo, disponibile per il download)

Poichè questa tecnologia è una novità e non è priva di qualche limite tecnologico, ho voluto provare con calma questa modalità: le precedenti occasioni di test non mi avevano permesso di poter esprimere un giudizio realistico. E per fortuna, perchè eseguendo i test in un ambiente controllato, questi sono stati molto più soddisfacenti. La mia curiosità era relativa all’uso dell’ HI-Res a mano libera nei ritratti. Ve lo dico subito, la EM1-X non diventa l’equivalente di una macchina nativa con questa risoluzione (ma può essere una buona sostituto, in caso serva). Su soggetti fermi ed immobili, come ad esempio oggetti/still life, questa tecnologia è una manna dal cielo; quando inizia ad esservi qualche piccolo elemento in movimento nella scena le cose si complicano un po’: su un panorama, ad esempio, piccoli artefatti non danno fastidio o sono facilmente eliminabili, mentre su ritratti, eseguiti in condizioni non ottimale, le cose si sono complicate. Proprio per questo motivo ho voluto mettermi nelle condizioni migliori per eseguire questo tipo di scatto (dato il mio interesse personale verso questa modalità). Ho ottenuto, senza neanche troppi tentativi, un ottimo risultato: è sicuramente una possibilità in più che prima non c’era. Nel mio test in studio ho utilizzato delle luci led (il flash non è compatibile con questa modalità) e con tre tentativi ho ottenuto un file davvero eccellente. Purtroppo i tempi di salvataggio e gestione di questa modalità sono lunghetti, per cui non va bene per realizzare serie di foto, quando piuttosto per coronare un lavoro con qualche scatto, anche in questa modalità (almeno secondo il mio parere e modalità di fotografare che normalmente utilizzo).

Chiara – sessione di ritratto in studio / foto Ugo. B.
Chiara – sessione di ritratto in studio / foto Ugo. B.

Il secondo aspetto era relativo alla comodità di uso. Additata come “grossa e pesante” la EM1-X si è rivelata invece non particolarmente pesante e neanche tanto ingombrante. L’ho portata a spasso per ore fissata al polso, ben stretta in mano, e non ho mai sofferto o accusato eccessivo fastidio. Oserei anzi dire che risulta leggera e comoda da usare, in proporzione alle sue dimensioni.
E questo è un altro aspetto su cui i progettisti hanno evidentemente speso parecchio tempo: offrire un apparecchio che, nonostante le features professionali, rispondesse alle esigenze operative del mondo Micro4/3 e difatti, preso atto delle dimensioni maggiorate del corpo rispetto ad una normale macchina senza BG integrato, resta la grande trasportabilità di un corredo professionale in un semplicissimo bagagli a mano o una tracolla.
Il vantaggio del sistema, infatti, è da sempre stato quello di essere riuscito a contenere le dimensioni generali dell’attrezzatura, non solo dei corpi macchina.
La EM1-X è, semplicemente, lo strumento fotografico in più per il fotografo “microquattroterzista”che non vuole scendere a compromessi.

Stringendola tra le mani, la X trasmette sicurezza e precisione, robustezza e affidabilità. In un momento storico, per la fotografia, in cui tutti sembrano rincorrere solo certi tipi di caratteristiche, Olympus crea un prodotto specifico per il fotografo professionista (o quasi tale) basandosi su esigenze concrete. Sì, per il fotografo, non per l’utente esigente! Uno strumento pensato, ragionato, realizzato sulle esigenze reali di chi la macchina fotografica la tiene saldamente in mano per ore, per chi ha bisogno di non doversi curare del meteo o di cosa succede al di fuori della sua scena inquadrata.
La EM1-X resta operativa sempre, durante qualsiasi operazione interna dell’hardware e qualsiasi condizione esterna: sempre reattiva, sempre affidabile. Confidence.

Introduce la possibilità di generare file ad altissima definizione laddove potrebbero servire, espandendo le scelte operative a disposizione del fotografo.
Il filtro Live ND, regolabile su diversi stop, completa queste innovative soluzioni a disposizione dell’utilizzatore.

 


Una spettacolare gallery di Dario Avancini realizzata con EM1-X al CIV

 

Due, ultime considerazioni, sul prezzo di lancio del prodotto. La EM1-X è la macchina fotografica più cara mai messa in commercio da Olympus nel sistema Micro4/3. Questo ha sicuramente un po’ “sconvolto” il pubblico del marchio ma, è davvero così cara?

A parte la dotazione del kit, che prevede già di serie una doppia batteria e un doppio caricatore, la EM1-X è una macchina con un target molto più specifico rispetto ad una EM1 o una EM5, un pubblico esigente che non vuole compromessi. In ambito professionale, inoltre, ci sono delle caratteristiche che da sole valgono il prezzo del biglietto. Un fotoamatore o comunque chi non lavora su commissione e non deve badare a certi aspetti del proprio fotografare, forse non si rende conto che l’affidabilità di un prodotto, o la semplice possibilità di realizzare uno scatto prima impossibile possono valere ben più della differenza di costo richiesta dall’altro modello. Quando si parla di mondo professionale le parole affidabilità, sicurezza, robustezza, assumono un valore completamente differente. La EM1-X può scattare in qualsiasi condizione meteo e climatica, con la certezza di portare sempre a casa il risultato e il contenuto delle schede di memoria.
Le tante chicche introdotte come la doppia batteria nel carrello e non più divisa tra corpo macchina e BG, lo scatto hi-res anche in condizioni da passeggio, la possibilità di ricaricare la macchina tramite powerbank e tanto altro ancora, rendono la EM1-X la compagna ideale non solo per il fotografo Sportivo o Naturalista, bensì per tutti coloro che fotografano seriamente con il marchio Olympus. Inutile confrontarla con altri brand o altri formati, perchè sul mercato non c’è nessuno strumento, attualmente, che offra in un unico pacchetto questo tipo di caratteristiche professionali, tutte assieme!!

 

La EM1-X non è una macchina pensata per convertire schiere di appassionati di altri brand (anche se già qualcuno ha fatto il passo) come accadde per la EM1.2. La EM1-X è per chi ha sposato la filosofia del sistema Micro4/3 e vuole e vorrà sfruttare al massimo le possibilità del sistema e di tutte le ottiche professionali disponibili e future. L’unico appunto che mi sento di fare è la mancanza di un illuminatore/lampeggiatore nello starter kit
La Olympus EM1-X è la fotocamera più completa e complessa che Olympus abbia mai realizzato e tale resterà per lungo tempo.

Abbiate fiducia. FIDUCIA ASSOLUTA.

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